Il Dolore

Dolore: cause comuni e fattori di rischio

Il dolore è una sensazione sgradevole che può influire negativamente sulla vita quotidiana.

Il dolore secondo la definizione dell’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno“.

Esistono molte possibili cause di dolore, tra cui principalmente: problematiche muscoloscheletriche, neurologiche, endocrine/metaboliche, vascolari, emotive/psicologiche e viscerali/nutrizionali. Va premesso che quasi sempre l’origine del dolore comprende più fattori fra questi e raramente uno singolo, come spesso invece si può pensare, per questo è importante agire su più fattori possibili, cercando se possibile di lavorare sui prioritari.

Ecco una panoramica di alcune delle cause più comuni di dolore:

Cause Muscoloscheletriche: Lesioni ai muscoli, alle ossa, ai tendini, cartilagini o alle articolazioni possono causare dolore. Il cosidetto “over use”, ovvero “sovra uso” di una struttura, quindi oltre le sue normali capacità di auto-riparazione, ne comporta l’usura precoce, infiammazione e dolore. Oltre a questo abbiamo il fisiologico invecchiamento e la mancanza di attività fisica, tutti fattori di rischio per questo tipo di dolore.

Cause Neurologiche: Lesioni o infiammazioni ai nervi possono causare dolore, come la sciatica o il neuroma di Morton neuropatie erpetiche dovute a Virus. Inoltre, le condizioni neurologiche come la neuropatia periferica o la sindrome del tunnel carpale possono anche causare dolore. Oltre a ciò si aggiungono sensibilizzazioni centrali come nel dolore cronico o nella fibromialgia, malattie autoimmuni e degenerazioni dovute a causa miste (ad esempio nel diabete, nella sindrome di Raynaud et simili).

Cause Endocrine/Ormonali/Immunitarie: Le condizioni come la sindrome premestruale e la fascia d’età intorno alla menopausa, possono causare dolore a causa di cambiamenti ormonali importanti nel corpo tali da generare infiammazione e dolore non associato specificatamente a cause meccaniche. Altra possibile causa del dolore sono le disfunzioni del sistema immunitario, come nell’artrite reumatoide. Tipico è il dolore “vagante”, che ha un insorgenza improvvisa e spontanea e ha la caratteristica di migrare di distretto in distretto senza un apparente logica.

Cause Vascolari: il dolore di origine vascolare è un tipo di dolore che può essere causato da problemi con i vasi sanguigni, come la stenosi arteriosa (restringimento delle arterie), l’aneurisma (gonfiore delle arterie) o la trombosi (formazione di coaguli di sangue). Questo tipo di dolore può essere causato da una serie di fattori, tra cui l’età, la pressione alta, l’obesità, il diabete e il fumo.

Cause Emotive/Psicologiche: Lo stress e l’ansia possono causare tensione muscolare e dolore della muscolatura che va in ipossia, infiammandosi e fibrotizzandosi poi nel tempo. Questo può genereare a sua volta rigidità o addirittura blocchi articolari, generando ulteriore causa di dolore. Inoltre, il dolore cronico può aumentare lo stress e l’ansia, creando un circolo vizioso che si auto-mantiene, abbassando nettamente la qualità di vita. In ultimo le emozioni cambiano il modo di percepire il dolore, abbassando o alzando la soglia di dolore o addirittura creando dispercezione sensoriale (un segnale non nocicettivo viene percepito come tale).

Cause Viscerali/Nutrizionali: Una dieta povera di nutrienti o un eccesso di alimenti pro-infiammatori possono causare dolore a lungo termine per infiammazione “sistemica” e o viscerale (ad esempio un infiammazione cronica dell’intestino è spesso associata a mal di schiena). Inoltre la carenza di alcune vitamine e minerali, come la vitamina D, il magnesio e l’acido folico possono anche causare dolore.

Dolore: trattamenti conservativi per gestire il dolore

Il dolore può influire negativamente sulla vita quotidiana e può essere causato, come abbiamo visto sopra da una vasta gamma di problemi, come lesioni muscoloscheletriche, infiammazioni nervose, cambiamenti ormonali, cause psicologiche/emotive o più facilmente, una combinazione di questi fattori. Fortunatamente, esistono molte terapie conservative non farmacologiche, quindi non invasive e prive di effetti collaterali sul lungo termine, che possono aiutare a risolvere o gestire il dolore e migliorare la qualità della vita. Ecco una panoramica di alcuni trattamenti comuni per il dolore:

Massoterapia: La massoterapia è un trattamento che prevede l’uso di pressione e manipolazione per rilassare i muscoli tesi e migliorare la circolazione. Può aiutare a ridurre il dolore muscoloscheletrico e migliorare la flessibilità del tessuto connettivo (fascia).

Osteopatia: L’osteopatia è una terapia manuale che si concentra sul trovare la priorità nelle possibili cause del dolore, e nel successivo trattamento di tale priorità. L’osteopata lo fa lavorando “sul terreno” dove il problema si è manifestato, lavorando quindi “a valle e a monte” del problema stesso e non soltanto sul distretto disfunzionale. L’osteopata manipolerà le articolazioni, muscoli, l’apparato viscerale, vascolare e nervoso al fine di alleviare il dolore e migliorare la mobilità dei vari apparati, così da permettere al corpo di riprendere un corretto funzionamento.

Elettromedicali: Le terapie elettromedicali come la Tecar, la SCENAR Terapia e gli ultrasuoni possono aiutare a gestire il dolore muscoloscheletrico. Queste terapie utilizzano varie forme di energia fisica come impulsi elettrici modulati o onde sonore per favorire i processi di guarigione dei tessuti, aumentando la circolazione locale, riducendo l’infiammazione e il dolore in modo efficace.

Counseling: Il Counseling può aiutare a gestire il dolore andando a lavorare sugli aspetti relazionali, emotivi e psicologici. Il Counselor aiuterà il paziente a identificare e gestire lo stress, l’ansia e altre problematiche che possono essere causa o con-causa del dolore stesso.

Attività fisica: L’esercizio fisico regolare, eventualmente mirato come la fisioterapia, può aiutare a ridurre il dolore muscoloscheletrico e migliorare la forza e la flessibilità. È importante trovare un’attività fisica che sia adatta alle proprie capacità e che non peggiori il dolore. L’attività fisica influenza infatti non soltanto l’aspetto muscoloscheletrico, ma bensì ha effetti positivi sull’aspetto neuro-fisiologico, influenzando positivamente la soglia di dolore. Ha inoltre effetti positivi sull’apparato vascolare ed endocrino con il rilascio di ormoni oppioidi endogeni naturali ed abbassamento degli ormoni dello stress, e non ultimo psicologico, con aumento dell’umore e dell’autostima.

Nutrizione: Una dieta equilibrata che includa molti nutrienti anti-infiammatori o con una vera e propria dieta mirata “anti-infiammatoria”, può aiutare a gestire il dolore a lungo termine abbassando l’infiammazione sistemica. Evitare quindi cibi pro-infiammatori, troppo elaborati e a lunga conservazione, e scegliendo invece alimenti ricchi di vitamine, minerali e antiossidanti possono ridurre l’infiammazione e migliorare la salute generale. Il tutto se possibile guidati e supervisionati da un esperto del settore, ovvero un nutrizionista esperto.

In conclusione, il dolore può essere causato da molte ragioni diverse e comprendere le possibili cause può aiutare a gestire meglio il dolore. Esistono molte terapie conservative che possono aiutare a risolvere o gestire al meglio il dolore e migliorare quindi la qualità di vita. È quindi molto importante parlare con il proprio Medico o con un Terapista qualificato per trovare il trattamento più efficace alla propria problematica.

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